Intervista a Sergio Zecca, Direttore Artistico dei
Laboratori del Teatro7 di Roma, insieme a Michele La Ginestra. Dopo qualche breve chiacchierata via mail, il sig. Zecca ha preso visione del blog e ci siamo dati appuntamento telefonico per un'intervista. Ecco com'è andata:
CF: “Per cominciare, cosa ne pensa della zona in cui è
situato il progetto?”
SZ: “Non vivo molto quel quartiere e sinceramente non
conosco bene il fermento possibile dietro ad un progetto di questo tipo. Ma mi
sembra un quartiere popolato, il che è l’ideale per iniziative di questo
genere, che a mio avviso dovrebbero esserci in ogni quartiere, perché sono
belle e sono utili. Dobbiamo sperare che il quartiere risponda positivamente.”
CF: “I bambini che si approcciano al mondo teatrale sono
aumentati o diminuiti rispetto al passato?
SZ: “Questa è la domanda delle 100 pistole! (ride) E’ vero, abbiamo un nutrito
gruppo di bambini dai 4 anni in su che forma un bellissimo laboratorio. Forse
risulterò banale, ma purtroppo il progresso tecnologico da una parte ci ha dato
molta più libertà di espressione, dall'altra ci ha tolto la voglia della
sperimentazione sul campo, il piacere di libro cartaceo rispetto alla velocità del
tutto a portata di click. C’è meno
voglia di approfondire sicuramente e un po’ più di superficialità rispetto al
passato; meno interesse per la qualità e più per la quantità. Ma non voglio
fare di tutta l’erba un fascio, ovviamente ci sono persone che non rientrano in
questo discorso. Però non dobbiamo assolutamente smettere di avere fiducia nei
bambini o nei giovani in generale, soprattutto non dobbiamo smettere di avere
fiducia nell'arte.”
CF: “Un laboratorio teatrale per bambini quali requisiti
necessari dovrebbe avere?”
SZ: “Non mi occupo personalmente dei laboratori per bambini,
dovresti parlare con la mia collega Gabriella Graziani. Ma ti posso dire che in
una fase delicata come l’infanzia, dove i bambini sono come spugne e imparano
molto velocemente, grande differenza la fanno gli insegnanti e il loro
approccio con l’arte. Bisogna fare in modo che siano ben seguiti e che posso
esprimersi al meglio.”
CF: “Ho letto che il Teatro7
supporta molti progetti solidali e varie associazioni. Quant'è importante per voi questo aspetto?”
SZ: “E’ sicuramente un aspetto
molto importante. Abbiamo un calendario di serate dedicate esclusivamente ad
Onlus e altre associazioni. In una serata viene fatta una raccolta fondi,
devolvendo in beneficenza circa la metà del prezzo del biglietto acquistato. In
sintesi si mette a disposizione il nostro “utile”, visto che il restante serve
a coprire spese come il teatro, le luci, ecc. Diciamo che oltre all'aspetto
comico, per noi importantissimo, ci piace pensare di poter regalare un sorriso a
chi è meno fortunato di noi grazie a queste bellissime iniziative.”
CF: “Lei è a conoscenza della
teatro-terapia?”
SZ: “E’ sicuramente un grande
aiuto. Non ho l’esperienza come insegnante in questo ambito, ma conosco molti
colleghi e molti centri in cui viene praticata, e posso dire in tutta onestà
che sono di un’utilità pazzesca. Mi piace pensare che esistano alternative alle
classiche medicine e alle terapie, e la teatro-terapia è una di queste.
Permette, a chi non ne ha la possibilità, di trovare un modo per esprimersi e
per aprirsi con gli altri. La comunicazione è fondamentale, e sta diventando
sempre più difficile purtroppo, sempre per tornare quel discorso sul progresso
tecnologico. Ma secondo me il teatro è terapia sempre, pensi che alcune persone
si iscrivono ai nostri laboratori solo per incontrare persone nuove e
comunicare con qualcuno, e l’insegnante assume quasi una veste di terapista,
cercando di affrontare determinati problemi e drammi personali degli attori.
CF: “Un teatro come il Teatro7
sarebbe favorevole a supportare un progetto riguardante dei laboratori per
bambini con il disturbo dello spettro autistico?”
SZ: “Non saprei, dovrebbe
parlarne con il direttore Michele La Ginestra è lui che si occupa di questi
aspetti. Però senza dubbio si tratta di un progetto molto importante e molto
interessante, a sostegno di persone che hanno veramente bisogno, certamente i
bambini ma anche le stesse famiglie hanno un grande bisogno. I progetti che
riguardano l’arte a mio avviso andrebbero sempre supportati, a maggior ragione
se aiutano qualcuno che ne ha bisogno.”
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